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Nino Grasso

 ANTONINO GRASSO, nato a Randazzo il 16 ottobre 1943.

1. TITOLI ACCADEMICI
Maturità magistrale conseguita presso l’Istituto “Regina Elena” di Acireale nel 1967. 
Magistero in Scienze Religiose conseguito nel 1999 presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Luca” di Catania;
Bacellierato in S. Teologia conseguito nel 2000 presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina;
 
Licenza in S. Teologia con specializzazione in Mariologia conseguita presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma, ”Summa cum Laude”,  11 gennaio 2002; 
Dottorato in S. Teologia con specializzazione in Mariologia, conseguito presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” il 14 novembre 2005, “Summa cum Laude” con la tesi: “La Madre di Dio e la pace in alcuni documenti magisteriali di Paolo VI”. 
2. ATTIVITÀ ACCADEMICHE E RADIOFONICHE

– In qualità di Professore Stabile insegna Mariologia nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” di Catania aggregato alla Pontificia Facoltà Teologia di Sicilia; 
– É socio corrispondente della Pontificia Academia Mariana Internatinalis (PAMI) della Santa Sede; 
– É socio ordinario dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana (AMI).
– Collabora dal 2013 per i commenti mariologico-mariani con la trasmissione “Non un giorno qualsiasi” della Radio Vaticana condotta da Federico Piana.
– È stato relatore in Convegni di vario genere a Catania, Siracusa, Giarre, Alcamo, Palermo.

3. ATTIVITA’ SOCIALI, ONORIFICENZE CIVILI E CONOSCENZA LINGUE

– É stato per lunghi anni Corrispondente Consolare del Consolato Generale di Monaco di Baviera per la Regione della Svevia meridionale con sede a Kempten/Allgäu;
– È stato Insignito il 02 giugno 1980 dal Presidente Sandro Pertini dell’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana” “per particolari benemerenze” acquisite al servizio dell’emigrazione degli italiani in Germania. 
– Parla correttamente la lingua tedesca ed ha l’abilitazione all’insegnamento di questa lingua, avendo insegnato per molti anni nelle scuole tedesche della Svevia meridionale, in Baviera, dove ha pubblicato un libro, in collaborazione con un’autrice tedesca dal titolo ICH LERNE DEUTSCH (Io imparo il tedesco) per l’insegnamento del tedesco ai bambini italiani.
4. ARTICOLI E INTERVISTE SU GIORNALI
É autore di numerosi articoli pubblicati sulle seguenti riviste:
“LAÓS” dell’I.S.S.R. “San Luca” di Catania;
– “Theotokos” (“Siti mariani in Internet”)
– “La Roccia di Belpasso” – Santuario del Cuore Immacolato di Maria Regina della pace.
– “Cammino” – Periodico dell’Arcidiocesi di Siracusa
– “Maria”
Ha rilasciato interviste ai giornali:
– Avvenire
– Il Foglio
– Senza Colonne di Brindisi
– La Sicilia
5. PUBBLICAZIONI A CARATTERE MARIOLOGICO

É autore di 10 pubblicazioni mariane presso le case editrici:
1) EDITRICE ANCILLA (CONEGLIANO) – “Maria con te” con prefazione di R. Laurentin [1994]
2) EDITRICE ANCILLA (CONEGLIANO) – “E la Vergine distese le mani” [1995]                                 Seconda Edizione Dicembre 2011. 
3) EDIZIONI GRIBAUDI (MI) – “Guadalupe. Le apparizioni della “Perfetta Vergine Maria” 
4) ASSESSORATO BENI CULTURALI AMBIENTE E PUBBLICA ISTRUZIONE DELLA SICILIA (PALERMO) – Av.Vv., “Maria, madre della speranza, Donna di legalità” a cura di N. Mannino [2006].
 
5) PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS (CITTÀ DEL VATICANO) – “La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI” [2008];
 
6) EDITRICE ISTINA (SIRACUSA) – “Maria di Nazareth. Saggi teologici” [2011].
 
7) EDITRICE ANCILLA (CONEGLIANO)  – “Perchè appare la Madonna? Per capire le apparizioni mariane” [2012]
 
8) EDITRICE ISTINA (SIRACUSA) – Maria, maestra e modello di fede vissuta [2013]
 
9) EDIZIONI SEGNO (TAVAGNACCO)
Apparizioni, malati e guarigioni a Lourdes. La prodigiosa guarigione di Delizia Cirolli il miracolo n. 65 di Lourdes riconosciuto dalla Chiesa [2015]
 
10) EDIZIONI SEGNO (TAVAGNACCO) – Maria, Madre di misericordia: “sotto il tuo manto c’è posto per tutti” Meditazioni [2016]
11) Prossima pubblicazione agli inizi del 2018: – Lucia Mangano. Una vita d’unione con Maria
 
6. ATTIVITÀ MARIOLOGICA SULLA RETE INTERNET
 
– É autore e gestore del portale di Mariologia http://www.latheotokos.it, raccomandato dalla Congregazione per il Clero e dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis.
Il sito che ha migliaia di pagine di articoli su ogni aspetto della Mariologia, filmati, audio, immagini, ecc. è il sito mariano più visitato d’Italia e uno dei più visitati del mondo in campo mariano ed è stato recensito spesso.
Ecco le recensioni più significative:
– CHIESA CATTOLICA ITALIANA Convegno “Pastorale e Nuove Tecnologie” Assisi 911 marzo 2000 Relazione di F. Diani: “Radiografia virtuale della Comunità ecclesiale italiana”;
– LA MADRE DI DIO 4 aprile 2001; – JESUS, Aprile 2001;
– LA MADRE DI DIO 3 MARZO 2003;
– VERSO LA BIBLIOTECA ECCLESIALE DIGITALE. Indagine sull’impatto di internet sulla disponibilità e sulla consultazione on line della documentazione di natura ecclesiastica Barbara Fiorentini – Università Cattolica del S. Cuore (Piacenza) – OSSERVATORIO COMUNICAZIONE&CULTURA 10/2002. – Ne ha parlato una importante pubblicazione dal titolo “IL FENOMENO MARIANO NEI NUOVI MEDIA” alle pagine 143-147.

– È autore e gestore del sito dedicato alla Madonnina del Parco Sciarone di Randazzo:  www. fatimaparcosciaronerandazzo.

 

Papa in Iraq: un viaggio all’insegna di Maria, ponte di dialogo con l’Islam

Nel Paese a maggioranza musulmana, la Vergine è amata e pregata. Antonino Grasso, mariologo: “Nel Corano si parla di Maria in 12 Sure e 70 versetti. Viene considerata modello di fede e di religiosità”. A Komane, nel Kurdistan iracheno, si trova il santuario mariano più visitato della nazione: ogni anno si recano in pellegrinaggio molti fedeli musulmani dopo un digiuno di cinque giorni. 

Federico Piana- Città del Vaticano

In Iraq Papa Francesco è stato sempre accanto a Maria. Non solo perché un’immagine della Vergine di Loreto lo ha accompagnato in tutte le tappe di un viaggio straordinario e storico  o perchè ha avuto sul palco di Erbil la statuina di Maria ferita dall’Is, ma anche per il fatto che nel Paese dell’Asia occidentale, a maggioranza musulmana, la Madonna ha stabilito la sua ‘casa’. L’amore che i fedeli musulmani nutrono per l’Immacolata è, infatti, talmente grande da essere diventato anche un punto di forza nel dialogo interreligioso. “Il Corano, che contiene la dottrina di Maometto tramandata dalla memoria dei suoi compagni, si compone di 114 Sure, o capitoli, disposti in ordine decrescente di lunghezza.
Maria è presente in 12 Sure e 70 versetti” dice Antonino Grasso, mariologo, socio corrispondente dell’Pontificia Accademia Mariana Internazionale e docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘San Luca’ di Catania.

Quali sono gli episodi narrati dal Corano che riguardano la Vergine?

R.- Sono cinque. La sua nascita, il ritiro nel tempio, l’annunciazione, il parto e la difesa da un’atroce calunnia. Il racconto della nascita di Maria è nella terza Sura. Il nome che le viene dato significa ‘devota e pia’: viene confermata la protezione di Dio sulla neonata. Egli la farà crescere mirabilmente perché diventi adulta e matura e progredisca in bontà, castità ed obbedienza. Il racconto del ritiro nel tempio, invece, si trova nelle Sure 19 e 3. Qui, il Corano narra che Maria si ritira giovanissima nel tempio sotto la protezione di Zaccaria. Maria viene prodigiosamente nutrita da Dio, sta in compagnia degli angeli e dell’arcangelo Gabriele, il cui compito è quello di farle prendere coscienza della sua dignità, della sua posizione nel disegno di salvezza e della sua predestinazione.

Poi c’è il racconto dell’annunciazione. Come viene trattato nel Corano?

R.- Si trova nelle Sure 19 e 3. Obiettivo dell’annuncio è la nascita di un figlio chiamato Verbo, termine che per gli esegeti musulmani vuol dire ‘fiat’, cioè l’imperativo categorico col quale Dio ha fatto venire all’esistenza Gesù, figlio di Maria. All’annuncio che diventerà madre, Maria mostra sorpresa ed invoca la sua verginità e l’arcngelo Gabriele le dice che tutto è volontà di Dio per cui non può non accettare una cosa da Lui decretata. Poi troviamo il racconto del parto: è nella Sura 19. Per il Corano, il luogo del parto non sarebbe una città ben precisa né una stalla o una grotta: il parto sarebbe avvenuto all’aperto vicino ad una palma. Per quanto riguarda i dolori del parto, secondo i commentatori musulmani, si tratta di dolori morali e quindi il Corano affermerebbe la verginità di Maria. Il racconto inoltre, spiega che subito dopo il parto Maria viene consolata dal neonato che l’invita a cibarsi dei datteri prodigiosamente spuntati sulla palma e a dissetarsi ad una sorgente fatta scaturire da Dio ai suoi piedi.

Il Corano narra anche della difesa da una calunnia terribile nei confronti della Vergine…

R.- Si, si trova nella Sura 19. Si racconta che Maria torna a casa dopo il parto e la reazione dei suoi parenti è di indignazione per vederla con un bambino senza essere sposata. Ma il neonato interviene a gran voce, difende la madre, rende giustizia alla sua innocenza, così come fece Dio che ne aveva dimostrato la rettitudine con una sua particolare provvidenza al momento del parto.

Qual è il profilo spirituale di Maria nella fede islamica?

R.- Secondo l’interpretazione che ne danno i teologi musulmani, le modalità con cui Maria è presentata nel Corano fanno di lei un modello di fede e di religiosità, un modello esemplare della donna musulmana e un segno dato da Dio all’Universo. Maria è considerata modello di fede perché prestò ascolto alla parola del Signore aderendo interiormente a Dio senza indecisione o irritazione ma con fermezza. Inoltre, è considerata un modello perché rivestì la sua fede di tutte le caratteristiche musulmane. La Sura 21, al versetto 91, ad esempio, recita: ‘Rammenta pura colei che preservò la sua verginità e si alimentò in lei il nostro spirito e facemmo di lei e di suo figlio un segno per l’Universo’.

In Iraq ci sono santuari mariani visitati anche da fedeli musulmani?

R.- Uno dei luoghi mariani più frequentati è quello di Komane, nel Kurdistan iracheno. Nel santuario di un monastero fondato nel quarto secolo, il 15 agosto viene celebrata in modo solenne la dormizione di Maria. Ogni anno, sono migliaia i pellegrini che vi si recano e tra loro ci sono anche numerosi musulmani che venerano Maria come madre del profeta Gesù: tutti i pellegrini si preparano al pellegrinaggio con un digiuno di cinque giorni. Poi c’è il Santuario dell’Immacolata Concezione, nella città di Qaraqosh, nella Piana di Ninive, nel quale si è recato Papa Francesco. Esso è il luogo di culto più conosciuto e rappresentativo dell’intera città. Sulla torre campanaria si erge una grande statua della Vergine che assume una forte connotazione simbolica come segnale di rinascita della città irachena, essendo stata ripristinata dopo la cacciata dell’Isis che, dal 2014 al 2016, devastò il luogo di culto facendone un poligono di tiro ed un presidio militare. Anche qui, sono molti i musulmani che vengono per omaggiare Maria.
Marzo 2021.

La stessa intervista in spagnolo e Portoghese. 

https://www.vaticannews.va/es/iglesia/news/2021-03/papa-iraq-un-viaje-bajo-signo-de-maria-puente-dialogo-con-islam.html
https://www.vaticannews.va/pt/igreja/news/2021-03/papa-no-iraque-maria-ponte-de-dialogo-com-o-isla.html

                                                                                  ———————————-

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ConvegnoFebbraio2020

Intervista nella Radio Vaticana sulla festa della Assunzione di Maria Vergine al Cielo.
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2021-08/assunzione-maria-solennita-chiesa-pio-xii-dogma.html

 

Intervista a Radio Vaticana: “Il Papa ieri ed oggi” 

 

 

PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL LIBRO “LUCIA MANGANO. UNA VITA D’UNIONE CON MARIA”
DEL PROF. ANTONINO GRASSO

Il 19 febbraio 2018, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” di Catania, aggregato alla Pontificia facoltà Teologica di Palermo, si è svolta la presentazione ufficiale dell’ultima pubblicazione del Prof. Antonino Grasso, docente dell’Istituto, dedicata alla più grande mistica siciliana dei tempi moderni: “Lucia Mangano. Una vita d’unione con Maria”.
Presiedeva la cerimonia l’Arcivescovo Metropolita di Catania, Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana e Moderatore del “San Luca”, Mons. Salvatore Gristina, circondato dalle autorità dell’Istituto, da altri esimi autori e davanti ad un nutrito gruppo di partecipanti.
La relazione ufficiale è stata tenuta dal Prof. Salvatore Maria Perrella, noto mariologo a livello internazionale, Preside della Facoltà Teologica “Marianum” di Roma e Direttore Editoriale della collana scientifica della Facoltà romana “Virgo Liber Verbi”, nella quale in volume del prof. Grasso è stato ufficialmente inserito al n. 9.
Dopo aver sottolineato la validità scientifica della pubblicazione, il Prof. Perrella, è passato a delineare la figura di Lucia Mangano, Orsolina di San Giovanni La Punta, soprattutto sotto l’aspetto della straordinaria esperienza mistica che la annovera tra le più grandi della Chiesa universale.
Il Prof. Perrella, passava, quindi, a sottolineare la singolare angolatura mariologica del volume, dato che il Prof. Grasso ha approfondito il particolare, straordinario e intenso rapporto che Lucia Mangano ebbe con la Madre di Dio, angolatura irrinunciabile per chi parla o scrive di Lucia, tanto che la sua esperienza non potrebbe essere pienamente compresa, se si tralasciasse di sottolineare l’intensità di questo singolare rapporto.
Sono, quindi intervenuti nel dibattito il Superiore dei frati Passionisti di Mascalucia, legati storicamente a Lucia Mangano che contribuì alla loro fondazione nell’isola ed il cui allora superiore, il Venerabile P. Generoso Fontanarosa, fu per lunghissimi anni il Padre Spirituale; la Superiora delle Orsoline di Catania, che ha ringraziato l’autore per aver rimesso in luce la figura di Lucia Mangano.
Dietro domanda di uno studioso presente, il Prof. Grasso è passato poi a descrivere l’amichevole rapporto che Lucia Mangano ebbe con il beato Antonio Allegra, grande missionario originario di San Giovanni La Punta, il primo a tradurre in lingua cinese la Bibbia, che conobbe la Venerabile fin da quando faceva il chierichetto nel Santuario della Ravanusa e che, pur trovandosi stabilmente in Cina, mantenne con lei un costante rapporto epistolare.
Il tutto si è concluso con l’augurio dell’Arcivescovo che l’opera del Prof. Grasso contribuisca a far conoscere meglio e ancor di più Lucia Mangano, una gloria dell’Arcidiocesi di Catania e della Sicilia.

 

 
37° Convegno Pastorale – Giarre : “Maria Madre della Chiesa” relatore Nino Grasso. 29 marzo 2019

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PRODUZIONE   LETTERARIA 

 

 

                                                        PERCHE’ APPARE LA MADONNA?

 

Per capire le apparizioni mariane

 Il libro di Antonino Grasso

    La Costituzione Dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II al n. 62, dopo aver delineato i compiti della maternità spirituale di Maria nei nostri confronti, ha affermato che questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti.
    Difatti, assunta in cielo, non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna.
    Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata.
    Collegandole con questo perenne e dinamico “prendersi cura dei fratelli del Figlio suo”, la mariologia legge le apparizioni della glorificata e assunta Madre di Dio, come manifestazioni impellenti di quell’amore materno che anima il suo cuore nei nostri riguardi e come conferma del suo essere l’icona del nostro divenire nuove creature in Cristo.
    Per questo motivo esse vengono anche chiamate “Mariofanie”. Il termine, infatti, secondo Stefano De Fiores, non solo declina il fatto dell’apparizione della Vergine, ma soprattutto indica la “persona di Maria e la sua funzione” in continuità con i dati biblici, che costituiscono la vera e fondamentale mariofania.
    Maria, così, non appare personaggio del tempo passato, ma continua a “manifestarsi” come persona viva, luminosa, glorificata, che si interessa, a causa della missione a cui è stata chiamata da Dio, dei suoi figli e delle sorti del mondo.
    Ne consegue, che le apparizioni della Vergine non possono essere spiegate e comprese, prescindendo dalla sua identità di madre e cooperatrice del Salvatore nella Storia della Salvezza. 
    In realtà, assistiamo oggi a un grave paradosso: le apparizioni mariane, che non godono quasi nessun credito nell’elite intellettuale e teologica e vengono declassate ad eventi secondari e privati, hanno, al contrario, un impressionante seguito nel popolo di Dio.
    Così che, mentre l’ufficialità quasi sempre tace, sottovalutando il fenomeno o accogliendolo con eccessiva riservatezza, milioni di fedeli si recano continuamente verso i luoghi in cui appare o si dice essere apparsa la Vergine.
    Con la conseguenza che essi, molto spesso, non sapientemente guidati o correttamente illuminati sulla natura, il valore, la valutazione e il significato di questi eventi, ignorando le direttive dei Pastori, assumono atteggiamenti troppo spesso dipendenti dai “messaggi” e dai racconti dei veggenti, considerati quasi nuovi evangelisti e nuove guide spirituali del mondo.
    Abbiamo, come afferma René Laurentin, il sorgere di una “Chiesa delle apparizioni” con le sue regole e il suo modus vivendi, che cammina parallela e spesso in dissenso con la “Chiesa istituzionale”. A questo si aggiungono le varie, gravi ed epocali crisi d’identità dell’uomo contemporaneo, spesso schiavo:

– del suo efficientismo esteriore, a cui non corrisponde un’uguale ricchezza interiore;

– del suo positivismo, empirismo e nichilismo che precludono la possibilità di un’apertura ai valori trascendenti;

– del suo materialismo, per cui primeggiano l’istinto per il piacere e per il possesso che gli fanno ignorare la bellezza del donarsi nell’amore e per amore;

– del suo attaccamento al potere e al dominio, che lo distolgono dall’idea della vita come servizio umile e disinteressato.

Inoltre, dobbiamo riconoscere che ci troviamo, drammaticamente, in un contesto generale di vita in cui:

– la fede, Cristo e la Chiesa, perdono il loro carattere di verità e di universalità salvifica, perché su di essi si getta continuamente un’ombra di dubbio, di incertezza e di discredito;

– l’angoscia e l’ansia, la paura e il dolore, anch’essi globalizzati, avvolgono la nostra esistenza; 

– i luoghi stessi della nostra vita somigliano sempre di più ad un terribile deserto, a un aspro monte fatto di solitudine, di incomprensioni, di desolazione. 

    È proprio la constatazione sia di una situazione ecclesiale in cui da un lato, quasi si ignorano o si criticano e, dall’altro, spesso si esaltano senza alcuna sicurezza teologica le rivelazioni private elevandole ad assoluta regola di vita; sia il riscontro di una situazione socio – antropologica in cui le donne e gli uomini del nostro tempo vivono, senza una reale apertura ai valori della trascendenza e senza prospettive, come veri “figli del nulla”, che ha spinto gli studiosi di mariologia a dedicarsi con maggiore serietà allo studio delle problematiche teologiche, ecclesiali, sociali ed antropologiche delle apparizioni mariane, con l’intento di fornire i chiarimenti necessari per una loro oggettiva valutazione, a beneficio non solo della Chiesa, ma della stessa umanità.
    Essi, infatti, con i loro studi approfonditi intendono:

– sollecitare i Pastori a riconoscere i frutti spirituali che esse producono;

indicare ai fedeli la sicura via per accoglierle senza infantilismo o isterismo religioso;

– sottolineare la loro incidenza nella società, perché si mostrano un valido aiuto per il rinnovamento spirituale dell’intera umanità, in cammino non verso l’autodistruzione, ma verso l’Eschaton, e fanno riscoprire Maria come icona, maestra e “presenza” di speranza e di giustizia in mezzo a noi.

    Tenendo conto di tutto questo, Antonino Grasso ha cercato nel suo volume di sintetizzare le complesse problematiche e i significati teologici e antropologici delle Mariofanie in 5 brevi ma intensi Capitoli:

  1. Quantità delle apparizioni
  2. Natura delle apparizioni
  3. Valutazione delle apparizioni
  4. Valore delle apparizioni
  5. Significato delle apparizioni

 

 

LA FEDE CHE CAMBIA LA STORIA: IL MESSAGGIO DI FATIMA CENT’ANNI DOPO

26 Ago 2017

Nino Grasso

Tra le celebrazioni di quest’anno in onore della Madonna dell’Elemosina, ha assunto un ruolo significativo il ricordo dei primi cento anni delle apparizioni della Madonna a Fatima, una delle più importanti mariofanie che ha segnato le vicende storiche del secolo scorso e che ancora è capace di interpretare profeticamente il nostro tempo.
Promossa dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, la conferenza di venerdì 25 agosto è stata introdotta da Alessandro Scaccianoce, responsabile attività culturali dell’aggregazione mariana, e condotta dal prof. Nino Grasso, docente di mariologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Catania.
Perché la Madonna appare? Qual è il messaggio per noi contemporanei? Qual è il valore profetico del terzo segreto? Con queste domande Scaccianoce ha avviato la riflessione, sottolineando come Fatima sia la dimostrazione della capacità della fede di incidere nella storia. “La fede – ha detto Scaccianoce – non è solo un rapporto intimo e personale con Dio, ma è principio di rinnovamento della vita. La preghiera e la penitenza, tra le consegne più importanti delle rivelazioni di Fatima, possono davvero modificare il male della storia”.
Nel suo intervento il prof. Grasso ha ripercorso le tappe delle apparizioni, avvenute tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, e ha spiegato in dettaglio il contenuto dei tre segreti, o meglio, delle tre parti dell’unico segreto rivelato dalla Vergine ai tre fanciulli portoghesi. Ha detto Grasso:
“La visione dell’inferno, la possibilità di una nuova e più grande guerra e la persecuzione della Chiesa, con la visione del Vescovo vestito di bianco che cade sotto colpi di armi da fuoco ai piedi di una grande croce, sono i tre grandi segreti.
A queste visioni drammatiche però la Vergine accompagna sempre dei messaggi di speranza.
L’inferno può essere evitato, come anche il male della guerra, attraverso la consacrazione al cuore immacolato di Maria, con quel che significa questo atto, come adesione e fiducia all’intera persona della Madre di Dio.

Anche Giovanni Paolo II, che vide applicata a sé la profezia del Vescovo colpito con armi da fuoco, riconobbe che fu la Vergine a deviare con la sua mano il proiettile che lo colpì nell’attentato in piazza San Pietro il 13 maggio 1981”.
Grasso ha anche ricordato l’interpretazione dei segreti offerta da Joseph Ratzinger nel 2000, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e l’omelia che tenne a Fatima, come Papa, in cui precisò che il valore profetico delle rivelazioni non è affatto esaurito:
la persecuzione dei cristiani, infatti, e il sangue versato da vescovi, preti, religiosi e religiose, e da tanti cristiani laici è sotto gli occhi di tutti.
“La Madonna – ha concluso Grasso – appare perché ci è madre, per richiamarci specifici aspetti della rivelazione evangelica e per confermarci la verità del cielo e della risurrezione”.
A chiudere la serata è stato l’intervento del Vescovo Paolo Urso che ha presieduto la Celebrazione eucaristica, con la partecipazione degli ammalati e dei volontari delle associazioni che operano nel territorio.
“Noi siciliani – ha detto Mons. Urso – invochiamo Maria come ‘a Bedda Matri’ non solo per far riferimento alla sua bellezza fisica, ma per sottolineare la sua bellezza spirituale. Lei che è davvero vicinissima a noi è anche la donna vestita di cielo e di sole, luminosa perché brilla della grazia di Dio.
Le rivelazioni di Fatima ci confermano che lei è sempre attenta alle nostre vicende umane e per noi desidera la felicità più grande: il paradiso. Un paradiso che inizia già su questa terra. Fatima ci conferma che non esiste un destino immutabile, ma al contrario che con il nostro contributo possiamo rendere questo nostro passaggio sulla terra migliore, per noi e per i nostri fratelli”.
Il prevosto don Pino Salerno ha ringraziato i presenti e ha esortato a vivere le celebrazioni con la ricchezza di queste splendide verità di fede, evidenziando l’importanza di queste riflessioni per il Santuario Mariano di Biancavilla che venera Maria come Madre di Misericordia.
    Articolo di Nino Grasso 

 

             MARIA, LA “DONNA” GLORIFICATA DAL RISORTO, ICONA DI VITA E PROFEZIA DI FUTURO PER I “FIGLI DEL NULLA”.

 

                                                                                Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” – Catania

Introduzione

Secondo l’insegnamento di papa Paolo VI (1963-1978), espresso soprattutto nell’esortazione apostolica Marialis cultus del 2 febbraio 1974, 1 ripreso e  approfondito dal magistero successivo di Giovanni Paolo II (1978-2005), Maria è l’autentica risposta alla varie crisi d’identità dell’uomo contemporaneo, spesso incatenato dal suo efficientismo esteriore, a cui non corrisponde un’uguale ricchezza interiore; dal suo positivismo, empirismo e nichilismo che precludono la possibilità di un’apertura ai valori trascendenti; dal suo materialismo, per cui primeggiano l’istinto per il piacere e per il possesso che gli fanno ignorare la bellezza del donarsi nell’amore e per amore; dal suo attaccamento al potere e al dominio, che lo distolgono dall’idea della vita come servizio umile e disinteressato.
Inoltre, Maria è l’esempio vivente e perenne della rivoluzione cristiana che cambia il mondo, ridona speranza e offre prospettive di futuro agli uomini e alle donne, essendo la prima creatura che, rigenerata alla totalità della grazia per la salvezza operata da Cristo e partecipe della sua gloria di Risorto, rappresenta la condizione umana completamente realizzata, libera dalle catene del peccato e della morte, interprete, quindi, nella piena significanza della sua esistenza, della vitalità operativa e trasformante del Dio Trinitario che riscatta la creatura dalle condizioni di indigenza e la fa partecipe del mistero della vita senza fine.

1.1. Il cristianesimo e i “figli del nulla”

Di fronte ai mali e ai pericoli che lo minacciano, fra i quali primeggia la crisi di futuro, l’uomo di oggi mostra un totale e drammatico disorientamento. Molti indicano nel nichilismo la causa fondamentale di questa profonda incertezza e precarietà
 Il nichilismo è la negazione radicale e metafisica del senso dell’essere e degli enti il cui significato e la cui realtà sostanziale e valoriale è fondata nell’assolutezza dell’essere.

In sostanza, il nichilismo è una concezione delle cose, per la quale la realtà finirebbe nel nulla, per cui essa non ha alcuna consistenza e nessun solido rapporto con la verità: è il niente il vero senso dell’essere.
Marcando come un fuoco potente non solo la filosofia contemporanea ma la cultura e l’esistenza umana nelle sue molteplici espressioni, il nichilismo ha generalizzato una diffusa e profonda corrosione della fede circa la visione del mondo e dei valori trascendenti, manifestandosi come la vera radice dei mali dell’uomo d’oggi.
È evidente che il nichilismo come «processo nel quale, alla fine, dell’essere come tale 
non resta più nulla»8 interroga profondamente il cristianesimo e lo chiama ad un confronto, dal quale devono emergere convincenti risposte.
Invece di guardare al nichilismo come ad un antagonista ideologico, bisogna considerarlo piuttosto come un clima culturale, una contingenza esistenziale in cui l’uomo contemporaneo si trova a vivere, bisognoso, quindi, anche e soprattutto in questa situazione, di comprensione, amore e sollecitazioni salvifiche. Il massimo limite del confronto tra cristianesimo e nichilismo è l’incapacità di quest’ultimo di confrontarsi seriamente oltre che con il problema del male e della libertà, anche con quello del senso della vita.
Nasce, di conseguenza, la necessità per la teologia di annunciare Dio ai “figli del nulla”, non nell’orizzonte della dimostrazione metafisica, ma in quello dell’accoglienza della rivelazione.
L’importante non è riaffermare genericamente l’esistenza e il primato di Dio, ma far comprendere il significato della sua reale e trasformante presenza tra di noi. È così che i “figli del nulla” scopriranno che il Dio cristiano non è il Dio dei filosofi, ma il Dio Trinitario svelatoci da Gesù Cristo; non il Dio assoluto e onnipotente dei metafisici, ma il Dio che cerca la relazione, crea, ama, s’incarna e si umilia sulla croce ed escatologizza la storia; un Dio santo di una santità non separata ma partecipata; un Dio che propone all’uomo le beatitudini, perché lui stesso ne è il compendio; che non si chiude gelosamente nella perfezione del proprio essere, ma la dispensa per amore nella creazione e nella redenzione; che non vive la propria bellezza e grandezza come auto-contemplazione estatica ma come avventura dinamica, come teo-drammatica; un Dio che, in definitiva, inserendosi nel “nulla” della  storia, offre all’uomo e alla sua esistenza, pienezza di senso e garanzia di futuro.

1.2. Maria, la “Donna” glorificata, di fronte alla cultura del nichilismo

All’uomo smarrito perché orientato al passato per paura del futuro; inchiodato al presente o a futuri brevi senza reali prospettive di ampio respiro, il cristianesimo può, dunque, offrire le sue motivazioni sapienziali e la profezia della sua fede, chiamandolo anche a riflettere sull’esempio di esistenze liberate e a contemplare quale icona di vita perfettamente realizzata perché immersa nella gloria del Risorto, la “Donna rivestita di sole” la cui Bellezza, in dipendenza e in riverbero dalla Bellezza dello Spirito, salverà il mondo.
Proprio la “Donna” glorificata nel e dal Risorto, parte attiva di una storia piena di significato in cui si realizza la liberazione totale dell’uomo nella prospettiva dell’infinito, offre la proposta di una civiltà nuova vista e pensata dal futuro. Maria, infatti, provoca al futuro l’uomo senza radici e senza promesse che consuma la sua esistenza nel quotidiano e che pone le sue scelte nella breve terra dell’oggi, senza pretendere che esse vengano da lontano o portino lontano.
La “Sorella” degli uomini, come amava chiamare Maria di Nazaret Paolo VI, invita i suoi “fratelli” e le sue “sorelle” in umanità, a non aver paura del futuro ma a interrogarlo con fiducia, severità e radicale rigore.
Con l’esempio della sua esistenza piena di senso, Maria invita gli uomini a superare la pretesa di un futuro senza passato e senza presente, perché non potrebbe spiegarsi né da dove nasce e come si nutre la forza propulsiva della speranza; la pretesa di un passato senza presente e senza futuro, perché recherebbe con sé soltanto la sconfortante mitizzazione di un brano del tempo; la pretesa di un presente senza passato e senza futuro, perché non ne giustificherebbe l’oggettivo valore.
Con Maria e in Maria, dunque, l’uomo può comprendere che entrare e stare nel mondo, vivere ed agire nel frammento di tempo che gli è dato, dà senso alla storia individuale e collettiva, la orienta al suo fine che non è l’abisso del nulla, ma la pienezza luminosa nel Dio Salvatore.
La Madre glorificata di Colui che proprio ex nihilo iniziò il cammino della storia con la creazione; che nel nihilo della croce raggiunse l’apice dell’amore nella storia; che dal nihilo della tomba risorse, vincitore della morte quale signore della storia e che tutti chiama dal nihilo della fragilità del peccato alla figliolanza del Padre nella potenza rigenerante dello Spirito, illumina nella luce del Figlio Risorto la realtà dell’esistenza umana, quale icona di speranza e di futuro, oltre la ristretta contingenza del tempo e dello spazio.
Ella insegna, in definitiva, che il significato e il fine della storia non sono il “nulla” ma un “evento di grazia” che ha provenienza trascendente,  destinazione escatologica, soggetti e destinatari concreti;12 un evento che rivela non una conoscenza astratta di Dio, ma la realtà storica di un Dio salvatore, sempre in relazione con gli uomini, incarnato e crocifisso per amore, perché ogni creatura avesse il suo destino di gloria.

1.3. Maria, icona di vita e profezia di futuro nel “mysterium salutis”

La storia degli uomini è escatologizzata da questo evento, cioè dall’incarnazione della Seconda Persona della SS. Trinità che ha reso, così, presente nel mondo il “futuro” di Dio, operando la “eternizzazione” del tempo.
Con il suo ingresso nella storia e il mistero della sua Pasqua, il Verbo di Dio fattosi uomo, ha permesso che la storia della salvezza si evolvesse in un itinerario unitario secondo uno schema ternario:
 – tempo della promessa, che precede e attende la sua venuta (tempo di Israele);
 – tempo dell’anticipazione, che segna la sua presenza storica e l’evolversi della Chiesa (tempo di Gesù-tempo della Chiesa);
 – tempo del totale adempimento che segna il compimento finale della storia (parusia-resurrezione).
Maria, madre di Dio secondo l’umanità, è figura escatologica, 
non soltanto perché è già alla fine del cammino che la Chiesa è chiamata a percorrere, ma anche perché ha collaborato con Cristo ad escatologizzare la nostra storia.
In lei, passato, presente e futuro si fondono perché è stata coinvolta da Dio nel passato di grazia che ha reso il presente capace di accogliere in nuce, nella speranza, nella pazienza e nel mistero la gloria futura.
Già fin dai primordi della storia, accanto al Messia venuto per lottare e sconfiggere il peccato e la morte e che con il mistero della sua Pasqua avrebbe ottenuto una vittoria per la quale il cammino dell’uomo si sarebbe avviato verso il cielo, la “Donna” è stata profetizzata come uno dei soggetti di questa lotta (Cfr. Gn 3,15),15 partecipe del vittorioso esito finale, a causa della sua presenza attiva sotto la croce.
È, infatti, la croce, il vero e nuovo albero della vita sul quale e accanto al quale il Nuovo Adamo e la Nuova Eva fanno ricominciare la storia nel segno della completa fedeltà e ubbidienza al Padre.
Con la sua “presenza materna” iniziata con l’Incarnazione, la Vergine Madre ha partecipato ad escatologizzare la storia, prima permettendo l’ingresso in essa del Verbo di Dio Salvatore come causa escatologia; poi continuando con la collaborazione all’opera messianica del Figlio e restando al suo fianco nel cuore del mistero dell’Ora.
L’escatologia ha, quindi, una caratura mariana perché riguarda un futuro la cui causa è radicata nel passato (incarnazione e croce) nel quale Maria ha preso parte in modo essenziale e attivo.
Questa presenza di Maria e la sua partecipazione alla strutturazione della storia della salvezza, è stata così profonda ed essenziale, da costituire ella stessa una microstoria della salvezza. In lei, infatti si sintetizza l’intero progetto di grazia che il Dio Trinitario ha disegnato e realizzato per l’intera famiglia umana e si realizzano in modo nuovo ed esemplare i maggiori passaggi della storia della salvezza, per cui in lei –Donna agonale – Nuova Eva – Figlia di Sion – Chiesa nascente, si riuniscono e riverberano i massimi dati della nostra fede.
Maria è – come afferma Laurentin – la sintesi e la chiave del mistero cristiano:
 – del Mistero Trinitario, in quanto Figlia eletta dal Padre; Madre santa del Figlio; Sposa amorosa dello Spirito;
 – del Mistero dell’Incarnazione, in quanto vera madre del Dio fatto uomo;
 – del Mistero Pasquale – Pentecostale, per essere stata la socia del Salvatore e la compagna degli Apostoli nel Cenacolo;
 – del Mistero della Chiesa, perché sua madre e modello; del Mistero escatologico, perchè già assunta nella gloria finale. 

1.4. Maria, icona di vita e profezia di futuro nel “mysterium hominis”

La “Donna” glorificata dal Risorto è un “luogo” in cui il cristianesimo, oltre a mostrare e narrare se stesso e la sua fede, mostra e narra quello che crede sull’uomo, cioè Maria è anche la massima espressione del realismo cristiano.
Nella sua concretezza umana, materna, verginale, 
spirituale ed escatologica, Maria:
ricorda come l’essenza del cristianesimo non è una gnosi, 
un’ideologia, ma il Verbo di Dio fattosi uomo, ossia la persona di Cristo;
– scoraggia ogni 
concezione dell’uomo «in termini di angelismo, in quanto questo non interpreta l’atto della creazione e quello ad esso connesso della redenzione»;
disapprova ogni forma di spiritualità 
disincarnata perché non si può separare ciò che Dio creatore e redentore ha tenuto sempre e invariabilmente unito; –  – condanna il disprezzo del corpo e delle cose, perché sono tessere dell’opera di un Dio creatore di «tutte le cose visibili e invisibili» (Credo) e soprattutto perché il Figlio di Dio con la sua incarnazione ha amato, con la croce redento, con la resurrezione glorificato, la “carne” umana divenuta così cardine di salvezza; – invita a contemplare la gloria escatologica alla quale l’uomo nella sua interezza viene chiamato;
 – ricorda che l’inizio è già avvenuto in lei, un essere 
umano della nostra stirpe che ha pianto e sofferto con noi e come noi è morto.

1.5. Maria, icona di vita e profezia di futuro nel “mysterium mortis”

Anche il tema della morte26 connesso inevitabilmente alla questione del senso, emerge dalle negazioni totalizzanti del post – moderno nichilista.
A differenza della ragion moderna che nel
suo ottimismo aveva esorcizzato la morte riducendola a un puro momento negativo del processo totale dello spirito, il pessimismo della ragione post – moderna, estende l’esperienza del morire all’intera vita, intesa, di conseguenza, come un interminabile addio, un continuo e drammatico precipitare verso il non senso.
27 È evidente che affermare che la morte è niente e ritenere che tutto è
un continuo morire, sono due modi complementari di sfuggire all’interrogativo che la morte pone alla vita; la morte, cioè, viene semplicemente ignorata, evasa, nascosta. Il cristianesimo si interessa alla morte non soltanto perché fondamentalmente legata al mistero dell’uomo, ma perché essa investe la stessa fede in Dio in quanto questa è plausibile solo se risolve escatologicamente il problema stesso del morire.
Che ne sarebbe, infatti, delCredo cristiano senza l’escatologia? 
Nemmeno sul tema della morte, il cristianesimo rinuncia a confrontarsi col pensiero post– moderno e col nichilismo ma anzi, proprio nei confronti di quest’ultimo, riafferma che è possibile il “superamento” della morte; che si può “morire per l’invisibile”; che è piena di senso l’intuizione credente secondo la quale il cimitero non è il “loculo” del destino ultimo del singolo uomo e, conseguentemente, la storia non è la “fossa comune” dell’intera famiglia umana.
Proprio dentro
una cultura debole e frammentaria che impedisce la ricerca del senso, la “riscoperta del senso della morte” costituisce uno degli spiragli più preziosi per il dialogo del cristianesimo con l’uomo del nostro tempo, ma sarà pertinente e reale, solo se riguarderà il tema della salvezza, cioè se terrà conto dell’eventualità di una vita dopo la morte.
Ed è proprio ad una cultura che sfugge all’idea della morte, la traduce in tabù sconvenienti a tutti i livelli, la sconsacra, la circoscrive all’ambito dell’inesistenza, la riduce a una probabilità o a ricorrenza statistica, che il cristianesimo mostra accanto al Cristo crocifisso, l’icona dello Stabat Mater” La “Donna” che sta ai piedi della Croce del Figlio in nome della Chiesa e dell’intera umanità, è la testimone per eccellenza del senso perenne della morte di Colui che, proprio morendo, diventava il vincitore definitivo della morte stessa.
Con questa sua presenza, la
Mater dolorosa insegna agli uomini che la morte dell’uomo, come quella di Cristo, è il “luogo”:
dove si tocca il vertice dell’auto-comunicazione di Dio e della rivelazione sull’uomo;
– dove
ispirarsi per ripensare la presenza nel mondo e l’impegno nella storia;
– dove intuire l’ardire e la
follia dell’amore di Dio per le sue creature;
– dove intravedere la terribile e disperante solitudine
dell’uomo che perde Dio;
– dove scorgere la voragine del degrado del mondo se da esso Dio si
allontana;
– dove la morte, proprio al momento del suo apparente trionfo risulta sconfitta, dato che
all’esodo dell’uomo dal tempo, viene incontro l’avvento di Dio;
– dove, non segue il baratro della
fine ma vengono spalancate le porte luminose del Regno.
La “Donna” glorificata dal Risorto entra,
così, nella lettura e nella proposta di soluzione del nostro morire.
La sua partecipazione al mistero di
Cristo, ossia alla lotta da Cristo sostenuta per vincere la morte e al suo definitivo trionfo sulla morte. 

25 Cfr. K. RAHNER, Maria. Meditazioni, Herder – Morcelliana, Roma – Brescia 1969-1979, 108.

26 Su questo tema cfr. J. P. MANIGNE – B. ANDRÉ, Il ritorno della morte, Queriniana, Brescia 1976; G. ANCONA,
Il
significato antropologico della morte, LUL, Roma 1990; F. LIVERZIANI, Le esperienze di confine e la via oltre la morte. 

Mondadori, Milano 1978;illusione o s V. MESSORI, Scommessa sulla morte. La proposta cristiana:illusione o speranza?, SEI, Torino 1982.

27 M. G.MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, op. cit., 409.

28 Cfr. B. FORTE, La parabola della modernità e il problema del senso, in AA. VV., Condividere la nostra esperienza di Dio, Città Nuova, Roma 1995, 95.

29 M. G.MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, op. cit., 410-411.

Con la resurrezione, la rende in grado di stare vicina alla morte di ogni uomo e di ogni donna, così come è stata vicina alla morte ed è vicina alla gloria di Colui che, a nostra salvezza e per nostro vantaggio, ha «ingoiato la morte nella sua vittoria pasquale» (1Cor 15,54).32

Conclusione

Maria, la “Donna” glorificata dal Risorto è, perciò, icona di vita e profezia di futuro per l’uomo oppresso dal non senso e dal nulla.
Ella invita i “figli del nulla” a disincantarsi dal fascino
dell’anamnesi come paura del presente, perché nel presente si affaccia e risplende già la luce del futuro; a liberarsi dal frammentarismo della storia, perché il Signore l’ha unificata in un unico cammino salvifico e proiettata verso il suo glorioso compimento; a non affidarsi a futuri brevi, perché fanno perdere il senso del futuro ultimo; a resistere alla tentazione del neo – paganesimo perché incatenando l’uomo al suo smarrimento pratico – esistenziale, gli fa perdere la dimensione escatologia.
Maria chiama gli uomini a guardare in alto, là dove è Dio creatore e fine ultimo; dove è
Cristo, salvezza dell’uomo; dove è lei stessa, prima creatura pienamente realizzata nel Risorto dalla potenza dello Spirito.
La “Donna” glorificata, chiama in sostanza i “figli del nulla” ad essere
anch’essi “icone di vita e profezia di futuro”.33

1 Cfr. PAOLO VI, Marialis cultus, esortazione apostolica del 2 febbraio 1974, in EV, EDB, Bologna 1980, vol. 5, nn. 13–

97.

2 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater, lettera enciclica del 25 marzo 1987, in EdE, EDB, Bologna 1998, vol. 8,

  1. 715–774; IDEM, Sollecitudo rei socialis, lettera enciclica del 30 dicembre 1987, in EdE, nn. 775–1025; IDEM,

Rosarium Virginis Mariae, lettera apostolica del 16 ottobre 2002, in AAS 95 (2003), 5-36.

3 Cfr. C. C. DELIA, Maria e l’uomo d’oggi, Centro di cultura mariana „Madre della Chiesa“, Roma 1989.

4 Cfr. P. ZILLINGEN, Maria zeige uns Jesus, St. Raphael Verlag, Gögglingen 1983.

5 Cfr. F. VOLPI, Il nichilismo, Laterza, Roma-Bari 1996, 3-10.

6 Sul nichilismo si indicano queste interessanti opere: N. ABBAGNANO, Dizionario di Filosofia, Utet, Torino, 1971;

KARL LÖWITH, Il nichilismo europeo, Laterza, Roma-Bari 1999; E. SEVERINO, Essenza del nichilismo, Milano, 1972;

  1. VATTIMO, Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto, Garzanti, 2003.

32 M. G. MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, op. cit., 412-414.

Strettamente legato al tema della morte è pure quello del dolore umano. Anche qui Maria, la “Donna” glorificata dal

Risorto, si pone come paradigma esemplare per l’uomo. Cfr. S. PALUMBIERI, Maria Assunta in cielo risposta divina al

dolore umano, in AA. VV., AA. VV., L’Assunzione di Maria, Madre di Dio. Significato storico a 50 anni dalla

definizione dogmatica, AA. VV., L’Assunzione di Maria, Madre di Dio. Significato storico a 50 anni dalla definizione

dogmatica, op. cit., 307-352.

7 Cfr. M. G. MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, in AA. VV.,

L’Assunzione di Maria, Madre di Dio. Significato storico a 50 anni dalla definizione dogmatica, Pontificia Academia

Mariana Internationalis, Città del Vaticano 2001, 388-389.

8 G. VATTIMO, La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura post-moderna, Feltrinelli, Milano

1987, 27.

9 Cfr. ALDO BODRATO, Nichilismo e cristianesimo. Un confronto a Torino, in Il Foglio, mensile on-line, n. 307..

L’autore riassume le relazioni del Convegno su “Nichilismo e Cristianesimo”, tenutosi a Torino dal 17 al 18 ottobre

2003.

10 Sulle problematiche, le soluzioni, le prospettive del rapporto tra cristianesimo e nichilismo si possono confrontare: M.

  1. MASCIARELLI, Trinità in contesto. La sfida dell’inculturazione al riannuncio del Dio cristiano, in AA. VV., Trinità

in contesto, LAS, Roma 1994; B. WELTE, La luce del nulla. Sulla possibilità di una nuova esperienza religiosa,

Queriniana, Brescia 1983; G. LORIZIO, Prospettive teologiche del postmoderno, in Rassegna di Teologia 30 (1989), 550

ss; I. SANNA, Fede, scienza e fine del mondo. Come sperare oggi, Garzanti, Milano 1994; IDEM, Dialettica e speranza,

Valacchi, Firenze 1967; G. B. MONDIN, I teologi della speranza, Borla, Roma 1974; P. PRIMI, Cristianesimo e

ideologia, Esperienze, Fossano 1974.

11 Cfr. M. G. MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, op. cit., 397-

  1. L’autore cita la frase di Dostoevski: «Proprio la Bellezza salverà il mondo, non la Bellezza qualunque, ma quella

dello Spirito Santo e quella della Donna vestita di sole», a sua volta riportata da T. SPIDLÍK, L’idea russa, Lipa, Roma

1995, 102.

12 Cfr. M. G. MASCIARELLI, Maria icona perfetta dell’umanità pervenuta per grazia al suo compimento, op. cit., 400-

401.

13 Cfr. R. LAURENTIN, Maria chiave del mistero cristiano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, 8.

14 Cfr. Ibidem, 402-403.

15 Cfr. A. SERRA, La presenza e la funzione della Madre del Messia nell’A.T. Principi per la ricerca e applicazioni, in

Dizionario di spiritualità biblico – patristica, 40 (2005), 101-109.

33 Cfr. AA. VV., Come vivere l’impegno cristiano con Maria. Principi e proposte, Centro di Cultura Mariana “Madre

della Chiesa”, Roma 1984; AA. VV., Maria guida sicura in un mondo che cambia, Centro di Cultura Mariana “Madre

della Chiesa”, Roma 202; AA. VV., Maria e la fine dei tempi. Approccio biblico, patristico e storico, Città Nuova,

  NINO GRASSO :  Roma 1994 

 

 

Convegni

Allegati

 Articoli di stampa

Attività Letteraria

 SCRIVONO di NINO GRASSO

A cura di Francesco Rubbino  

 

Santino Spartà

 

 

     

Francesco Rubbino

        Il 19 settembre 2023 nella chiesa di San Martino  è stato festeggiato il novantesimo compleanno di Don Santino Carmelo Spartà (infatti é nato a Randazzo il 16 settembre 1933). Davanti ad un folto pubblico è stata celebrata la Santa Messa dal Parroco Padre Roberto Maio, co celebrante padre Rasano, e dopo alcuni interventi augurali di Francesco Rubbino, Alessandra Distefano, Rita Messina editrice della Voce dello Jonio e Pippo Vecchio direttore del giornale “La voce dello Jonio”.
      Gli interventi hanno evidenziato che Don Santino oltre che un ottimo sacerdote, é un  illustre letterato e scrittore (ha scritto più di 50  libri , di cui almeno 20 sulla storia di Randazzo, delle sue chiese, dei suoi conventi e di alcuni uomini e donne illustri del nostro Paese).
          E’ anche un benefattore, basti pensare ai premi dati nei molti concorsi di poesia e pittura. 
          Se il Parco Sciarone é come lo vediamo oggi è merito della sua generosità e del suo amore verso la Madonna di Fatima. nel Parco, con la collaborazione di Nino Grasso, é stata realizzata una bellissima Via Crucis e un rosario in pietra lavica. 
          Dopo questi interventi ha preso la parola Don Santino che ha ringraziato Tutti per la partecipazione ed in special modo il Sindaco e l’Amministrazione presenti. Ci siamo voltati indietro, ma non abbiamo visto né il Sindaco né gli Amministratori ( per la verità non vi era neppure un Consigliere Comunale).
           Don Santino grazie alla sua ironia ha voluto essere un provocatore verso queste persone che non hanno avuto la sensibilità di essere presenti. 
          Don Santino Spartà, oggi, è il Cittadino Randazzese più illustre e conosciuto in Italia.
          Amareggiato ha sentito l’obbligo di scrivere una lettera, che puoi leggere di seguito, per stigmatizzare il loro comportamento.   Auguri di nuovo carissimo Don Santino Spartà.  

 

Prot_Arr 0016927 del 22-09-2023 - Documento ComuneRandazzo_04102018_019130 (1)

        

           Santo Carmelo Spartà, detto “don Santino” nasce a Randazzo il 16.09.1933 da Giuseppe e da Privitera Carmela.
Il fratello Antonino diventerà Comandante Forestale, la sorella si sposerà con Giovanni Maugeri, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università di Catania.

Don Santino, frequenterà le scuole elementari e il Ginnasio, presso il collegio San Basilio, tenuto dai Salesiani, il primo di quelli fondati in Sicilia dalla società di Don Bosco.
Entrato nel Seminario Vescovile di Acireale, completerà qui il liceo e gli studi di teologia e verrà ordinato sacerdote 11 agosto 1957 nel Duomo di Acireale.
Tornerà poi a Randazzo e per un anno e mezzo aiuterà don Rosario Maugeri, parroco della chiesa di San Nicola.

Dopo questa prima esperienza sacerdotale, Don Santino va a Roma dove studia Teologia e Lettere, conseguendo poi la specializzazione in Storia dell’Arte e conseguendo tre tesi di laurea. Vince il concorso per l’insegnamento di Lettere alle Scuole Superiori e inizia così la sua lunga esperienza di docente.

Ultima pubblicazione:

Rita Messina: “Don Sparta, il Sommo Dante e i riferimenti al Vangelo.”

 

     
     
     

 

 

 

 

 

Il 17 giugno 1974 prenderà la tessera di giornalista.
Ben presto, estenderà su molteplici campi la sua attività, divenendo una personalità famosa e ricercata. Collaborerà per più di venti anni con la Radio Vaticana, per quasi dieci anni, con il Settimanale “OGGI” e sarà spesso ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche. Il suo impegno si specifica anche in un rapporto stretto e collaborativo con i più famosi personaggi del mondo dello Spettacolo, dell’Arte e della Cultura, tanto da essere comunemente riconosciuto come il “Prete dei Vip”.
Scrive la sceneggiatura del film ” Il Ladrone” di Pasquale Festa Campanile e collabora come consulente nel film “Qua la mano” con Adriano Celentano ed Enrico Montesano.
A sessanta anni va in pensione dedicandosi con più tenacia alla ricerca storica e a scrivere.

 Riconoscimenti e premi
Innumerevoli sono i titoli con cui don Santino è stato onorato nel lungo percorso della sua attività religiosa, culturale e artistica.
Gli è stato conferito il grado di Generale di Corpo D’Armata con il titolo di Eccellenza; è Socio Onorario di queste organizzazioni: il Rotary Randazzo Alcantara; il The International Association of Lions Clubs; I Cuochi siciliani; il Circolo Operai e Professionisti di Randazzo. Inoltre, don Santino è Gran Cappellano Europeo Militare dei Templari; Commentatore dell’Ordine di S. Lazzaro di Gerusalemme; Gran Priore e Primo Prelato Sovrano dell’Ordine Teutonico; Gran Cappellano d’Onore del Sovrano Ordine dei Cavalieri russi di Malta; Presidente di vari Premi Letterari.

Non sono mancati nemmeno i premi e i riconoscimenti ufficiali di vario genere. Ha ricevuto, infatti, 2 volte il premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri; il Premio della Cultura, firmato da Bettino Craxi; il premio internazionale Proserpina-Sicilia nel 2009. Può, inoltre, vantare 30 inclusioni in antologie; 2 monografie in Convegni Nazionali con la pubblicazione dei rispettivi atti; 3 tesi di laurea a lui dedicate, discusse rispettivamente all’Università di Catania l’anno accademico 1996-97, all’Istituto universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli nell’anno accademico 1999-2000; all’I.S.S.R. “San Luca” di Catania nell’anno accademico 2010-2011.

 

 

 Pubblicazioni
Don Santino, ha pubblicato 42 libri, documentati da ricerche archivistiche in latino e in greco, tra cui 11 saggi, attinenti a Randazzo, sua città di origine, l’ultimo dei quali è “Gli Ebrei a Randazzo”, pubblicato dall’editrice “La Voce dell’Jonio” di Acireale nel 2019.
Ecco l’elenco delle sue pubblicazioni, divise per tematica:

A. LETTERATURA
– Teologia e Critica, Roma, 1978, premio “Simpatia”
– Sacerdoti-Poeti del ‘900 italiano, Roma, 1978, premio “Presidenza del Consiglio dei Ministri”
– Storia di una capinera, Roma 1993, premio Città di Catania
– Epigrammi di M V. Marziale, Roma, 1993, con documenti manoscritti anche in latino, premio “Diffidenti”
– Poesie. Karol Wojtyla / Giovanni Paolo II, Roma, 1994, “Newton Compton”
– P. Ovidio Nasone, Roma, 1996, con documenti di archivio anche in latino, premio “Arte e Sport”
– Continuo a cercarti (opera omnia poetica 1969-1996), Torino 1996, “Premio Calliope”, Caserta; “Lo Scrigno”, Città di Ostia; Amministrazione Comunale di Sabaudia
– Poesia di ispirazione cristiana: 1860-1996, Roma, 1996, “Rogate”
– L’opera poetica completa di K Wojtyla, Città del Vaticano,1999, premio Taranto, “Gallo d’oro”, “Gonfalone d’oro”

 



B. INTERVISTE
– Vuole scegliere una parabola?, Milano, 1982, premio “Navicella d’oro”
– Scusi, lei è un peccatore?, Roma, 1990, premio “Cimento d’oro”
– Caro Gesù Bambino, Roma, 1991, Premio “De Nicola”
– Chi dite che io sia?, Torino, 1997, premio “Anassilaos”, “Magna Grecia”, Assoc. Umbri
– Buon compleanno Gesù, Roma, 1998, premio “Acquario d’oro”, CIAS
– Vip devoti di Padre Pio, Milano, 2002, premio “Itaca”, Città di Bovalino Marina, Città di Pedara, Città di Sperlonga, Città di Cassano delle Murgie, Città di Mentana

C. ARTE
– 1 campanili di Roma, Roma, 1983, con documenti manoscritti anche in latino, premio “Presidenza del Consiglio dci Ministri”
– Le strade di Catania, Roma, 1995, premio “Catania-Duomo”

D. RELIGIONE – SPIRITUALITÁ
– 1 Magi tra storia e leggenda, Assisi, 1987, con documenti manoscritti anche in latino, premio la Pleiade
– Le mie preghiere di Giovanni Paolo II, Roma, 1995, premio “Rocca d’oro”
– Messaggi di pace e di solidarietà (Giovanni Paolo II), Roma, 1999, premio Accademia Artistica Pontina S. Paolo
– Natale tra storia e folclore, Città del Vaticano, 2009
– Il Cantico dei Cantici. Il poema biblico dell’amore, Patti, 2011
– Papa Francesco. 365 giorni con te, Roma, 2014
– Chi è Papa Francesco?, Roma, 2014
– Meno male che c ‘è Francesco, Roma, 2017
– Dizionario dei personaggi evangelici, Venezia, 2018

 



E. STORIA
– Il Giubileo. Storia, simboli, luoghi, Torino, 1999, premio “Targa d’oro” al Merito del Centro Cult. degli Artisti Romani, Operatori di pace, Anagni 2001.
– Anche i preti hanno fatto l’Unità d’Italia, Foggia, 2010
– Dante Alighieri e Carlo V, Roma, 2017

F. RANDAZZO
– Randazzo. Etimologia. Importanza. Presenza, Patti, 2004 con documenti di archivio in latino ed anche in greco
– Il Beato Domenico Spadafora è nato forse a Messina?, Foggia, 2010 con documenti di archivio anche in latino
– Il Crocifisso della “Pioggia” in Randazzo, Randazzo, 2010, Stampato in proprio, No F.11i Magro con documenti di archivio –
– Il Beato carmelitano Luigi Rabatà, cittadino onorario di Randazzo, Roma, 2011, con documenti di archivio anche in latino
– Suor Maria Addolorata, fondatrice delle Ancelle di Gesù Sacerdote, Patti, 2012 con documenti inediti
– Gli Ordini religiosi in Randazzo, Patti, 2012, con documenti di archivio anche in latino
– E. Marotta, compositore randazzese, Catania, 2012 con documenti di archivio anche in latino
– Ordini religiosi passati e presenti in Randazzo, Patti, 2012
– I due crocifissi più venerati di Randazzo, Patti, 2013
– Parrocchia S. Nicolò in Randazzo, Patti, 2013
– Il Museo Archeologico “Paolo Vagliasindi” di Randazzo, Roma, 2016
– La regina Bianca di Navarra a Randazzo, stampato in proprio, F.lli Magro, 2018
– Gli ebrei a Randazzo, Acireale, 2019
– La parrocchia S. Martino in Randazzo (in corso di pubblicazione)
– L’artistica Via Crucis e il Calvario presso la Madonnina del Parco Sciarone.

 



Nel corso della S. Messa del XVII anniversario della Cappella di Nostra Signora di Fatima nel Parco Sciarone di Randazzo, Don Santino Spartà, dopo aver confessato diversi fedeli presenti al rito, come fa sempre ad ogni celebrazione, prende posto sul rustico sedile di legno che circonda alcuni alberi, al centro dello spiazzale.
Il prof. Antonino Grasso, che si è seduto accanto a lui, improvvisamente gli confida il grande desiderio, coltivato da anni ma irrealizzabile a causa delle complesse problematiche organizzative ed anche finanziarie, dell’erezione di una Via Crucis dietro la Cappella della Madonna, completata da un grande Calvario su un solido complesso di rocce laviche, che si trova poco distante da essa.
Dopo diversi minuti di silenzio, Don Santino Spartà, si gira verso il prof. Grasso e gli sussurra: “Ci penso io!”. Inizia così, improvvisamente, la straordinaria storia di questa grande e meravigliosa opera!

Già nei giorni e nelle settimane seguenti, Don Santino ritorna molte volte al Parco, per rendersi conto e per individuare, insieme al signor Gino Priolo, responsabile degli operai e del progetto e che ha già ottenuto anche le relative autorizzazioni, il fattibile e possibile percorso della Via Crucis.
Qualche mese dopo, esattamente il 15 novembre 2017, iniziano i lavori di sistemazione, con i primi necessari interventi sul terreno impervio, rendendolo pianeggiante e percorribile con colmature di terra, senza tuttavia danneggiare la bellezza naturale dell’ambiente boschivo. Dopo aver individuato e completato il percorso, inizialmente più ristretto, poi notevolmente ampliato, vengono via via create le transenne protettive, sistemate le rocce delle stazioni, realizzati gli impianti elettrici e di sorveglianza, modulato il complesso del Calvario, il tutto con un ininterrotto e minuzioso lavoro che dura fino agli inizi di marzo del 2019.

Realizzata, quindi, grazie al generosissimo contributo economico che supera i 30 mila euro e ai suggerimenti del Prof. Don Santino Spartà, che ha seguito costantemente anche da Roma il procedere dei lavori, assiduamente informato dal Prof. Antonino Grasso, l’artistica Via Crucis si snoda attraverso un lungo percorso tra gli alberi che, partendo dal lato destro della Cappella di Nostra Signora di Fatima, diventa via via una “Salita al Calvario“ della XII Stazione, dove troneggiano le statue a grandezza naturale del Crocifisso e della Vergine Addolorata, per finire con la XV stazione, sul lato sinistro della Cappella.
Le formelle della Via Crucis, realizzate dalla nota scultrice Anna Maria Borsatti, sono incastonate nelle 15 rocce laviche che formano le varie Stazioni.

Davanti ad ogni stazione ed al Calvario è stato realizzato con grande maestria dal signor Santangelo Carmelo, un molteplice impianto elettrico che si accende automaticamente al tramonto per spegnersi all’alba o che, attivato dalla centrale, illumina a giorno l’intero complesso religioso, mentre, a custodia del tutto, è stato attivato un sofisticato sistema di sorveglianza con 12 telecamere che registrano 24 ore su 24.
Infine, per proteggerli dalle intemperie o dai vandali, sia le formelle delle stazioni che l’intero Calvario, sono stati ricoperti con solido e spesso vetro antisfondamento.

 



La Via Crucis ed il Calvario, sono stati benedetti e inaugurati lunedì 18 marzo 2019 da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, alla presenza di tanti sacerdoti, delle autorità civili e militari della città di Randazzo e demaniali di Catania e di oltre un centinaio di fedeli.

 Istituzione del Premio Letterario dedicato al complesso religioso del Parco Sciarone
Don Santino Spartà, tramite la sua “Associazione culturale Spartà Santo Carmelo” di Randazzo, ha bandito per l’anno 2019, un Concorso letterario dal titolo: “Il ‘Santuario silvestre’ di Nostra Signora di Fatima nel Parco Sciarone di Randazzo”. I candidati potevano liberamente trattare gli aspetti devozionali, letterari, storici, artistici e ambientali del complesso religioso del Parco. La solenne premiazione dei nove candidati vincenti, è avvenuta il 26 settembre al Parco Sciarone davanti alla Cappella di Nostra Signora di Fatima. Ognuno di essi ha ricevuto un premio di Euro 200 o 100 ed una pergamena, mentre i loro elaborati vincenti sono stati inseriti nella sezione “Premi letterari” del sito ufficiale www.fatimaparcosciaronerandazzo.it.
Don Santino prevede di realizzare anche i prossimi anni questo premio, al quale, di conseguenza, è stato dato anche il titolo di I° Edizione 2019.

 

   

 Una storica donazione di Don Santino
Don Santino Spartà, ha donato oltre 5 mila volumi, scaffali, quadri di grande valore e varie preziose targhe dei riconoscimenti avuti, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” di Catania, dove insegna anche il Prof. Francesco Diego Tosto che ha scritto la sua biografia dal titolo “Santino Spartà. Tra fede cultura e spettacolo”, Bastogi Libri, Roma 2015.
La ricca donazione è stata sistemata nell’Aula Magna dell’Istituto che, con una cerimonia ufficiale presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Catania, Mons. Salvatore Gristina, è stata anche a lui ufficialmente intitolata.

 

     
     
     
     
   
     

Recensioni d

DALLA SINDACALISTA ALLO SPORTIVO, IL PAPA ABBRACCIA IL MONDO

17/12/2019  In occasione dell’ottantatreesimo compleanno di Jorge Mario Bergoglio (nacque il 17 dicembre 1936, il libro “Chi dite che io sia?” (Grauseditore) offre emozioni e riflessioni su papa Francesco raccontate da ventotto personaggi: alti prelati, politici,vip dello spettacolo, campioni olimpici…

 

Papa Francesco oggi 17 dicembre festeggia il suo ottantatreesimo compleanno e per l’occasione riceve in regalo molte testimonianze di affetto. Don Santino Spartà, che ha già scritto un libro di successo sul primo anno di pontificato di Bergoglio 365 giorni con te (Newton&Compton), gliene dedica un altroChi dite che io sia? (Grauseditore), in cui ventotto personaggi, alti prelati, sportivi, vip dell’ambiente dello spettacolo ed esponenti della politica esprimono il loro pensiero sul Santo Padre.
«Mi sono mosso col piacere della scoperta intervistando tante personalità appartenenti a mondi diversi», spiega don Spartà «Ne è venuto fuori un mosaico sorprendente che traccia un ritratto inedito del Pontefice: lo specchio di un carisma permeato di umanità che nessuna critica riuscirà mai ad appannare. Francesco è intoccabile, in quanto esercita la sua missione nell’assoluta fedeltà al suo ruolo, che è quello di Vicario di Cristo in terra. Con umiltà e passioni infinite».
Tra i tanti nomi presenti nel libro , a sorpresa, appare quello di una sindacalista, Anna Maria Furlan,segretaria generale della CISL che considera Francesco il migliore dei “compagni di viaggio”. «Ringrazio il Papa per quello che sta facendo per l’umanità e soprattutto per i poveri, in sintonia con la politica sociale della Chiesa che collima con quella sindacale nel mettere il lavoro al primo posto: è un simbolo di speranza per una società più giusta», dice. Alla gratitudine della Furlan, si aggiunge quella dell’Arcivescono di Agrigento, Francesco Montenegro, toccando il delicato tema dell’immigrazione: «Tra i tanti momenti memorabili del  pontificato di papa Bergoglio, mi è rimasto nel cuore la sua visita a Lampedusa per confortare i migranti», dice il religioso. «Il Santo Padre, nell’obbedire all’insegnamento evangelico,  ci ha dimostrato che esso può essere semplice , uscendo da schemi passati che ostacolavano la comunicazione».

 

Don Santino Spartà con Amadeus

Don Santino battezza il figlio di Carmen Russo

 

 Il linguaggio privo di retorica di Francesco, carico di autorevole amorevolezza, tocca anche alcuni personaggi sportivi come  la campionessa di nuoto Francesca Pellegrini, in una veste insolitamente fragile. «Se incontrassi il Papa gli confiderei che in Italia la mia generazione è smarrita e lo ringrazierei per il lavoro che fa richiamandoci a certi valori fondamentali come quello della famiglia », dice Federica. E il presidente del Coni Giovanni Malagò, nel confidare l’emozione provata ad  incontrare il pontefice, lo definisce “un campione di vita e di fede».
Gli ammiratori di Francesco sono numerosi anche nel mondo dello spettacolo, per esempio,  Mara Venier che sogna di invitarlo a cena in famiglia. «Sarei felice di preparargli piatti di ispirazione piemontese,  in omaggio alle sue radici, baccalà mantecato e una bella pasta e fagioli .Francesco, con la sua meravigliosa semplicità è riuscito ad entrare nel cuore di tutti, come se  fosse un padre», dice la conduttrice televisiva. Massimo Dapporto, invece, risale con emozione al giorno dell’elezione del pontefice. «Quando si rivolse ai fedeli con l’ormai famoso ”buonasera”,mi sono inginocchiato e ho ringraziato il Signore per l’uomo che ci ha mandato», racconta l’attore. Mentre Iva Zanicchi,  sottolineando il clima di familiarità nato tra il papa e i fedeli, dice di considerarlo”un padre e un fratello”. E nel nome di Francesco, si ammansisce persino Vittorio Sgarbi, toccato dalla tenerezza che il Santo Padre riserva agli ammalati.
La testimonianza di  Simona Izzo, attrice e  regista, pone l’attenzione su argomenti molto discussi, come la comprensione del papa verso i gay e la sua apertura ai divorziati. « La scelta del Santo Padre era ineludibile in quanto esprime l’evoluzione dei tempi», puntualizza la Izzo. E Al Bano torna alla confessione intima rivelando che se incontrasse privatamente il papa, gli presenterebbe quelle che definisce le donne della sua vita: la madre, le figlie e Romina, per la chiesa ancora sua moglie in quanto il loro matrimonio religioso non è mai stato sciolto.
«Raccogliere tante testimonianze commosse e talvolta inaspettate mi ha dato la prova che Francesco arriva davvero al cuore di tutti», conclude don Spartà. «Ho la sensazione che le belle parole spese per lui, siano un equivalente delle preghiere che egli chiede sempre ai fedeli, intese come un flusso di amore e quindi di positività, di cui anche un papa sente il bisogno»
Matilde Amorosi – Famiglia Cristiana


L’ultima pubblicazione di don Santino Spartà 

Commenti nel settimanale “MARIA CON TE”  e nel “SETTIMANALE  NUOVO” 

     
     
     

Nel n. 2 del Settimanale “FAMIGLIA CRISTIANA” un intervista a don Santino Spartà su questa ultima pubblicazione 

   

Una bella intervista di don Santino nel “Settimanale Nuovo” n.48 sull’ultima sua  pubblicazione “CHI DITE CHE IO SIA”, ma soprattutto la difesa del Papa Francesco contro i suoi detrattori.

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RANDAZZO: LA VIA CRUCIS AL PARCO SCIARONE “BENEDETTA” DA MONS. Salvatore Gristina Arcivescovo Emerito di Catania.

 

Festa grande a Randazzo per inaugurazione della Via Crucis, realizzata all’interno del Parco Sciarone, grazie al generosissimo contributo economico e ai suggerimenti di don Santino Spartà.
La cerimonia è stata presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catania, mons. Salvatore Cristina, alla presenza di don Santino, del clero randazzese, del sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, del presidente del Consiglio comunale, Alfio Ragaglia, gli ex sindaci Ernesto Del Campo, Francesco Rubbino e Salvatore Agati, le Forze dell’Ordine e di Protezione civile e delle autorità del Demanio.
Presente alla cerimonia anche il prof. Antonino Grasso, legato tantissimo al Parco Sciarone, che ospita una Madonnina di Fatima.
Poi la scoperta dell’insegna lignea, da parte dell’Arcivescovo e di don Santino, che apre al percorso e ricorda che don Santino ha dedicato la Via Crucis alla memoria dei suoi genitori e l’inaugurazione del bellissimo Crocifisso con la Madonna in cima al simbolico “calvario”. «Questa bella giornata – ha affermato mons. Gristina durante l’omelia – fa da splendida cornice a questa inaugurazione.
Mi associo alle parole di plauso verso don Santino e verso tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa opera che altro non è che un grande gesto di amore».

Anna Maria Borsatti pittrice e scultrice.

 
Le 15 formelle, incastonate nella roccia lavica e protette da un robusto vetro e da alcune telecamere, sono state realizzate dalla scultrice romana Anna Maria Borsatti.
 
 
La Penitenzieria Apostolica ha concesso a tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia o che parteciperanno alle prossime celebrazioni pubbliche del Parco Sciarone  l’indulgenza plenaria.
GAETANO GUIDOTTO
  RANDAZZO: PRESENTATO IL LIBRO SUI PRETI E L’UNITA’ D’ITALIA

 

«Un saggio storico di grande valore e spessore che potrebbe anche essere un romanzo». Così, durante la presentazione avvenuta nel chiostro del Palazzo municipale, il prof. Antonio Cacciato Inzilla ha descritto «Anche i preti hanno fatto l’Unità d’Italia», il libro che don Santino Spartà ha voluto scrivere per descrivere tutti quegli uomini che, indossando l’abito sacerdotale e credendo nella loro vocazione, hanno contribuito all’Unità d’Italia. E don Santino lo ha fatto attraverso una scrupolosa ricerca delle fonti e senza nascondere niente di quel difficile momento storico, evidenziando torti e meriti sia dello Stato che della Chiesa. Alla presentazione – moderata da Mario Petrina – e organizzata dai club service di Randazzo «Lions» e «Rotary – Valle Alcantara», presieduti da Vincenzo Cavallaro e Gianfranco Todaro, hanno partecipato il sindaco Ernesto Del Campo, il presidente del Consiglio, Lucio Rubbino e il presidente della Joniambiente, Francesco Rubbino.

Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 09-09-201

  a cura di Lucio Rubbino

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