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Girolamo Alibrandi

 

Girolamo Alibrandi noto anche come Raffaello da Messina(Messina, 1470 – 1524) è stato pittore.
Allievo di Antonello da Messina e di Leonardo da Vinci.
Il suo Capolavoro riconosciuto è la “Purificazione della Santa Vergine” nella Cattedrale di Messina.
Fu un pittore messinese di cui restano poche opere e scarse notizie. I suoi dipinti sono interessanti testimonianze della diffusione della cultura leonardesca e raffaellesca in Sicilia (Madonna col Bambino, 1516, chiesa di S. Stefano Medio, Messina; Presentazione al Tempio, 1519, Museo nazionale di Messina).
Una sala del Museo Regionale di Messina è a lui dedicata. Tra i dipinti spiccano la grande Presentazione al tempio del 1519 (si notino i tratti nobili e dolci della donna in primo piano) e San Paolo.
Nel Duomo di S.Giorgio di Modica il grandioso polittico dell’altare maggiore, composto da ben 10 tavole, si pensa fosse stato dipinto dal messinese Gerolamo Alibrandi nel 1513. Le tavole raffigurano le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla nascita fino alla Resurrezione e all’Ascensione, oltre a 2 riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, san Giorgio che sconfigge il Drago, e san Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone.
La datazione e l’autore del polittico, che da molti sono contestati per la difficile lettura della terza cifra sulla gamba del cavallo di san Martino, sembrano avvalorati dal fatto che Gerolamo Alibrandi, oltre ad essere contemporaneo e concittadino, era anche il cognato di Giovanni Resalibra da Messina, l’abile intarsiatore ed indoratore delle cornici e dell’intera Tribuna che contiene le 10 pale che compongono il polittico.

G..Alibrandi – Madonna del Pileri che salva Randazzo dalla colata lavica, sec.XVI, tempera su tela

Particolare

Tra le opere pittoriche meritevole di menzione è la Vergine che intercede per la città  nella Chiesa S. Maria, a Randazzo. Nella stessa chiesa un prezioso documento iconografico, una pittura su tavola, “la salvezza di Randazzo”, con veduta della città cinquecentesca, posta sulla porta laterale destra.
Sullo sfondo del dipinto va notato un paesaggio con tre campanili, che rappresenta l’antica cittadella medievale

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