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BASILICA DI SANTA MARIA

Padre Domenico Massimino Arciprete della Basilica.

 

 

      La storia della Basilica di Santa Maria raccontata dagli storici che nel corso di questi ultimi secoli così l’hanno descritta.

 

     Arciprete Giuseppe Plumari ed Emmanuele (1847):

Storia di Randazzo trattata in seno ad alcuni cenni della storia generale di Sicilia esposta dall’Arciprete di Essa Città.

            Fu prodigiosamente trovata, all’Anno 200. (come dicemmo) nell’interno di un’Antro sotterraneo, ove ora sorge la Parrocchiale Collegiata Chiesa si Santa MARIA, in questa nostra Città, la Veneranda Immagine della Bellissima Vergine Madre di Dio, in atto di portare il S. Bambino sul braccio Sinistro, con Vestiario alla Greca, effigiata grossolanamente sopra un Pilastro.
Restò questo Pilastro in seguito traslocato nel Muro Laterizio della Chiesa primitiva, quando, in luogo di quella lavorata di tavole, ve ne costruì un’altra con pietre, calcina, ed arena, benché ad una sola Navata, nel principio del IV Secolo Cristiano.
Il Sacro Altare eretto innanzi a detto Venerabile Quadro, restò in seguito sottoposto ad un Arco della Navata centrale in faccia al Meriggio nella singolare Epoca del 1239., allora, che questa Chiesa restò ampliata, ed ingrandita a tre Navi.
La Tradizione c’insegna, che i primi Fedeli di questa nostra Patria, riunivansi clandestinamente in tale Sotterraneo al culto di Nostra Signora, per così isfuggire le sanguinose persecuzioni, ch’erano allora in vigore contro i novelli Cristiani, nel bollore delle quali era stato chiuso, e con maestria murato quel buco, che presentava l’ingresso in detto Antro.
Apparve indi uno spiraglio di lume, per via di quella Lampada, che da più di un Secolo avean lasciata accesa quei primi Cristiani al Culto della Vergine Madre in essa Grotta, quando si accinsero a demolirne quel Muro, a isotterrarne la Sacra Immagine, ed a traslocarne il Pilastro su di cui era dipinta, chiamata perciò d’allora in poi Santa MARIA DELLO PILERI.
La Chiesa costruita unitamente al di Lei Campanile, che porta unico Prospetto colla medesima in Faccia all’Occidente (di cui ne ho fatto tirar la Figura), l’Epoca riconosce dell’Impero Occidentale di COSTANTINO IL GRANDE, come si sa per Vetusta, e costante Tradizione.
 
Che sia stata scoverta la Sacra Immagine della Vergine SSma, Due Secoli dopo la Nascita in questa Terra del Divin Redentore, veniva ciò manifestato da quella Iscrizione, che sopra il medesimo Altare stiade collocata dall’Anno 1551 fino all’Anno 1663.
In esso Anno 1551 era stato consacrato questo Tempio, secondo il Rito della Santa Romana Chiesa, dal nostro Illustre Concittadino Monsignor GIOAN-ANTONIO FASSIDE Vescovo di Cristopoli in partibus Infidelium, che trovavasi allora Vicario-Generale, e sustraganeo della Chiesa Arcivescovile di Monreale (essendo Arcivescovo di quella Chiesa l’Eminentissimo Cardinale ALESSANDRO FARNESE), di cui si conserva l’Attestato Originale della seguita Consagrazione nell’Archivio di essa Chiesa di Santa MARIA; Ed ivi, contra l’opinione del Mongitore, che nell’Appendice della sua Biblioteca Sicola lo vorrebbe Palermitano, sono marcabili le seguenti parole: = Juxta Ritum Sancta Romana Ecclesia consecravimus Venerabilem Parochialem Ecclesiam S.ta MARIAE Civitatis Randatii Patria Nostra Jucundissima. Quindi a dinotarsi una tale eseguita Consagrazione, vi fù apposta sù l’Altare anzidetto la seguente Iscrizione:

ALMAE. DEIPARAE. RANDATII. PROTECTRICI. CUJUS. HAEC. EADEM. VENERANDA.IMAGO. HIC. IBIDEM. BINA. POST. SAECULA.

  1. EJUS. VIRGINEO. PUERPERIO. MIRACULOSE’. FUIT. REPERTA. HOC. SUMPTUOSUM. OPUS. PIETATIS. ERGO. POPULI. JUBILATIONE. CONSECRATUM. EST.

DIE. PRIMO. APRILIS. ANNO. DNI. MDLI.

            Fu divelta questa Iscrizione nell’Anno 1663; allor quando all’Altare della Beatissima Vergine fu adattata una Machinetta di fini Marmi, nella quale non vi restò luogo, ove potersi reincidere la medesima. Trovasi tuttavia copiata nel Manoscritto dell’Egregio Sacerdote Antiquario D’ANTONINO POLLICINO, quale finora conservano in RANDAZZO i Signori Fratelli di Palermo ed Alessandro.

            Questa rispettevole Chiesa, che nel suo primitivo Edificio era stata costruita ad una sola Navata, sin dal principio, come si è detto del IV° Secolo Cristiano, (ciò dimostra il suo esteriore Prospetto dall’uno, e l’altro lato dell’interposto suo Campanile) fu poi cominciata ad essere ingrandita a tre Navi nell’Anno 1217, e portata a perfezione.

Le prime tre pagine del primo volume:

 

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