Albino Rubbino

Albino Rubbino

Albino Rubbino nasce a Randazzo il 16 dicembre 1945 da Carmelo e La Piana Carmela. Secondo di quattro figli.
Nel quartiere della Crocitta è il bambino più conosciuto per la sua simpatia e generosità.
A dodici anni, all’improviso,  decide di andare a studiare al seminario di Acireale per intraprendere la vita sacerdotale. A 17 anni pensa di averne abbastanza e ritorna a casa. Si presenta da esterno all’Istituto magistrale di Acireale e consegue la maturità magistrale.
Si guarda intorno e capisce che Randazzo gli sta stretto.
Con Concetta la sorella maggiore, parte per Cislago (Va) e poi a Milano dove riesce ad entrare alla Fabbri Editore prima come correttore di bozze e poi  come collaboratore amministrativo seguendo come responsabile le edizioni delle Enciclopedie.
La sua vis polemica, siamo nei primi anni settanta del secolo scorso, lo porta a diventare sindacalista e viene eletto segretario aziendale della CISL dei Cartai e dopo segretario provinciale.
Dopo aver conosciuto la Sua compagna decidono di ritirarsi a Garda. Si licenzia dalla Fabbri e pensa di poter finalmente liberare il suo estro artistico.

 

 

 

Apre un negozio di ceramica che chiama “La Bottega del Sole” ed espone solo opere create da lui e da Giovanni De Simone  (il ceramista palermitano) di cui diviene amico.
Il paese di Garda – sul lago omonimo – vive di turismo e accoglie di buon grado Artisti che possono renderlo più vivo.
Un giorno recatosi sul lungolago a fare colazione in un chiosco al momento di pagare il gestore  gli chiede se è Lui il proprietario del negozio di ceramica artistica , alla risposta affermativa gli dice: “se permette offro io non solo ora, ma tutte le volte che vorrà perché lei con la sua bottega ha reso il mio paese più bello”.
Piccole soddisfazioni.  Questo tipo di lavoro gli permette di avere l’autunno e l’inverno libero e quindi gli consente di girare il mondo, altra sua grande passione, permettendogli di acquisire conoscenze ed ispirazioni per il lavoro di ceramista.
La sua ceramica rappresenta la Sicilia – all’ingresso del negozio posiziona una grande ruota di un carretto siciliano ridipinto da lui – con la sua magia, i suoi colori, le sue luci, i suoi sapori e viene molto apprezzata la sua vena artistica da una clientela sempre più numerosa. Una certa clientela fissa rimane veramente affascinata anche dalla sua personalità, dal suo modo di porsi, dalle sue eccentricità. Quando pensa, però, di essere riuscito a raggiungere una certa “notorietà” ecco che tutto precipita.

Nel 1991 incomincia il Suo “calvario” che durerà cinque anni.

Nel 1994  (la malattia ormai era in uno stato molto avanzato)  scrive questa lettera a una Sua nipote: 

Negarine 20.02.1994

            Ciao …………   Scusami il lungo ritardo; sono stato in un luogo ove ogni cosa diventa bianca, i pensieri, l’inchiostro, la memoria, i vestiti, gli amori,le parole, tutto insomma. Mi turbava tanto non riuscire a trovare le parole per chiamare il sole, e il povero era allo stremo delle forze. Qui ho combattuto contro gli Elfi Bianchi, una volta miei alleati ora invece al soldo dei loro nemici i piccoli e cattivi Topazzi .
Ho ripercorso strade un tempo gioiose per portare tristezza e lutto !
Abbiamo perso.  Ti sembrerà strano, ma sono contento. In fondo io sono sempre stato un Elfo delle Rocce ed ho convissuto con il popolo Buco della Lava.
Che gente buffa il popolo Buco della Lava !  Basta un pò di vento perché cantino lunghe nenie d’amore. Basta avvicinare la mano vicino a loro perché incominciano a ridere, soffrono il solletico ! 
Ma ora non voglio annoiarti parlandoti di me, se vorrai, Ti racconterò quando ci incontriamo (speriamo presto!):
Io volevo qui dirti che la Tua lettera mi ha molto commosso. Grazie………… arrivederci a presto, così se vorrai Ti farò conoscere i miei amici: gli Elfi delle Rocce ! 
Ciao Tuo Albino
 

Torna a Randazzo nel gennaio del 1996 e serenamente si spegne il 27 aprile del 1996.

 

Alcune produzioni:

 

Ritratto di suo padre.

 a cura di Lucio Rubbino

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