BEATO LUIGI RABATA’

BEATO LUIGI RABATA’

       Beato Luigi Rabatà Sacerdote Carmelitano

 

Erice, Trapani, 1443 circa – Randazzo, Catania, 8 maggio 1490

Beato Luigi Rabatà – Randazzo

Della sua vita non si hanno molte notizie. Di certo si sa che Luigi Rabatà era nato ad Erice, nel Trapanese, probabilmente nel 1443 e che entrò presto nel Carmelo di Trapani, dedicato all’Annunziata.
Fu poi priore del convento carmelitano riformato di Randazzo  dove morì nel 1490.

. Secondo la tradizione la sua morte fu causata da una ferita alla testa procuratagli da una freccia scagliata da un prepotente signorotto locale, tal Antonio Cataluccio, di cui padre Luigi aveva condannato fermamente e ripetutamente i costumi.
Padre Luigi agonizzò per diversi mesi, ma nonostante ciò perdonò il suo feritore.

Il suo corpo fu dapprima sepolto nel convento della cittadina siciliana e fu poi traslato ” nel 1913 ” sotto l’altare dell’Assunzione nella basilica di Santa Maria.

         È beato dal 1841

 

 

    Luigi Rabatà nacque a Monte San Giuliano, l’odierna Erice, intorno all’anno 1443. Sentì la vocazione religiosa quando era ancora giovane e vestì l’abito carmelitano nel convento dell’Annunziata di Trapani.
    Si distinse per la grande umiltà e l’attenzione verso il prossimo e il poco tempo che aveva libero dallo studio lo spendeva per aiutare i poveri della città.
    Era un uomo di grande preghiera che accompagnava alle penitenze. Aveva una grande predisposizione per lo studio e, dopo essere stato ordinato sacerdote, fu destinato al convento riformato di S. Michele di Randazzo (Catania).
    Vi rimase per il resto della vita.
    Fu eletto priore contro il suo volere. Non trascurò nulla per i bene del convento e dell’Ordine e la sua parola, unita alla vita esemplare, fecero breccia nel cuore dei fedeli.

    Numerosi accorrevano al convento dove padre Luigi era, a volte, protagonista di prodigi. Era amato da tutti e nelle prediche il beato non ebbe timore di condannare i costumi di un signorotto locale.
    Il prepotente, attraverso la mano del fratello, si vendicò ordinandone l’uccisione.
    Il beato Luigi fu ferito alla testa e, tra le lacrime di chi lo soccorse, perdonò il suo assassino. Dopo alcuni mesi di sofferenze, spirò l’8 maggio 1490.

    Fu sepolto sotto l’altare maggiore della chiesa e il suo sepolcro divenne meta di ammalati, specialmente di ossessi, che beneficiarono della sua intercessione.
    I processi canonici furono celebrati nel 1533 e nel 1573. Il 10 Dicembre 1841 Papa Gregorio XVI ne approvò ufficialmente il culto.
    L’anno successivo furono approvati ufficio e orazione.
    Il 13 agosto 1913 le reliquie furono traslate, in forma solenne, nella Basilica di Santa Maria e posti in un’urna, sotto l’Altare dell’Assunzione.
    Nel suo paese natale dal 1617 è venerata la reliquia dell’osso di una gamba, a Trapani dal 1640 è venerata una parte del suo capo.
    Il beato Luigi è rappresentato con la palma del martirio e la freccia che lo colpì alla testa. Non fece mai il nome del suo assassino, né il motivo dell’aggressione.
    È venerato come confessore e non come martire.

Autore: Daniele Bolognini

 

 

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